sabato 15 luglio 2017

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Solennità 
della B. Vergine del Monte Carmelo






Con queste parole rispondiamo al Salmo 14 nella Commemorazione Solenne della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Ogni fedele riconosce in Lei, Madre di Gesù e Madre nostra, la guida per giungere alla vetta del Monte che è Cristo Signore per vivere una piena conformazione a lui. La liturgia ci presenta due monti: Calvario e Carmelo. Maria sta presso la croce del Figlio pienamente unita a Lui nell’offerta della vita al Padre per la salvezza dell’uomo. È una presenza silenziosa che realizza una condizione nuova per l’umanità. Tale presenza è consolazione e sostegno per il Figlio che sperimenta l’atroce dolore della croce, dolore generante. Dalla croce si genera la nuova comunità: “Ecco la tua Madre, ecco tuo figlio”. In questa generazione Maria ancora una volta vive il mistero della maternità accogliendo il nuovo figlio/figli generati dalla croce, accoglie e custodisce con materna premura. Anche il figlio accoglie la Madre che “la prese nella sua casa”, “tra le sue cose proprie”. Il discepolo amato accoglie Maria nella sua vita donandole un posto di particolare rilievo, vivendo con lei un rapporto caratterizzato dal silenzio e dalla contemplazione. Nella vita del discepolo la presenza della Madre è silenziosa e discreta, dove ha potuto apprendere la profondità del mistero del Cristo e conformarsi a Lui nell’amore.

Sull’alto monte del Carmelo, la Madre di Gesù continua a generare nella grazie i figli. La sua presenza, ancora una volta silenziosa e discreta, conduce a vivere in ossequio di Gesù Cristo. Svolge la sua missione materna sostenendo e consolando i figli che nel tempo sono chiamati, attraverso la fatica del quotidiano, ad essere testimone della vita nuova nello Spirito.

Come il discepolo amato, al Carmelo prendiamo Maria “tra le nostre cose proprie” vivendo con lei in familiarità, condividendo ogni cosa per la realizzazione del progetto di amore voluto dal Padre. In tale familiarità, come Madre e Sorella, ci aiuta ad apprendere l’arte dell’amore che rifulge nella persona del Figlio e di cui lei è stata la prima testimone e riflesso. Ci insegna a rivestirci delle sue virtù affinché ognuno possa accogliere il dono di grazie: Gesù. E come lei che a pieno titolo può dire Cristo vive in me, ognuno di noi, vivendo le sue virtù, possa di nella grazie: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.

Ecco dove lei vuole condurci: alla vetta del Monte, a vivere l’esperienza dell’amore trasformante affinché Dio sia tutto in tutti realizzando il desiderio di unità del Figlio suo: “che siano una cosa sola”.
 p. Andrea l'Afflitto ocd